Responsabili:
Giada Seri
Giacomo Baldi

La cannabis (nota anche con il nome di canapa) è una pianta originaria dell’Asia centrale. Dalle sue infiorescenze essiccate è possibile ottenere un fitocomplesso di molecole che agiscono principalmente a livello del sistema nervoso centrale e periferico tra cui le più note sono THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo).

Gli effetti della cannabis terapeutica sono svariati e dipendono essenzialmente dalla percentuali delle diverse molecole presenti nel preparato e dalle modalità di somministrazione. L’effetto principale è analgesico e rilassante. Ciò avviene perché le principali componenti del fitocoplesso interagiscono con i recettori endocannabinoidi, ubiquitari nel nostro organismo, responsabili della regolazione di dolore, appetito, umore e memoria.

Per quali patologie viene utilizzata?

La Cannabis trova numerose applicazioni terapeutiche tra cui :
Sclerosi Multipla e danni spinali (spasmi, dolore), Nausea e vomito in chemioterapia, Dolore cronico neuropatico ed oncologico, Sindrome di Tourette, Glaucoma, Epilessia, Fibromialgia, Malattie infiammatorie croniche intestinali (Morbo di Crohn, colite ulcerosa), Sindromi ansioso-depressive, Spasticità nelle lesioni midollari (tetra/paraplegia), Ictus, Artrite reumatoide, Allergie, Asma bronchiale, Malattie autoimmuni (lupus eritematoso), Malattie neurodegenerative (morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson).

In che modo deve essere assunta?
La cannabis terapeutica può essere assunta come decotto per via orale, olio per via sublinguale o vaporizzazione con appositi dispositivi medici.

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